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Macare e striare: chi erano le streghe pugliesi?

La Puglia ha nascosto, per tanto tempo, luoghi misteriosi intorno ai quali aleggiano ancora leggende da far rizzare i capelli. Scopriamo quella sulle streghe pugliesi...
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Ginevra Spedicato

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Se pensate che le streghe siano una cosa lontana da noi, roba da libri di fantasia e vecchi racconti per spaventare i bambini, allora sarete costretti a ricredervi. La Puglia ha infatti nascosto per tanto tempo, luoghi misteriosi intorno ai quali aleggiano ancora leggende da far rizzare i capelli.


Ma che cosa si intende esattamente per “strega”? Che cos’è una strega?

La parola strega pare derivare dal latino striga e stryx e trova la sua traduzione in “uccello notturno”. Nel tempo però si è trasformata, fino ad essere usata per riferirsi a una persona dedita alla magia e agli incantesimi.
Principalmente donne, le streghe mettono radici nella storia a partire dal periodo egiziano, fino ad arrivare letteralmente ai giorni nostri. Erano sacerdotesse, studiose di erbologia, alchimia e matematica, donne forti e colte che conoscevano la natura e sapevano trarne vantaggio per preparare rimedi naturali e medicinali.

Con l’arrivo del Cristianesimo però, essere una “strega” ha comportato solo dolore ed emarginazione. La parola ha infatti preso un’accezione negativa, sfociando in accuse gravi e infondate. Le streghe furono incolpate di essere concubine del diavolo, che adoravano in appositi ritrovi chiamati “sabba”, e di procurare danno alla comunità con i loro incantesimi.

Non passò molto tempo quindi prima che si scatenassero le prime cacce alle streghe. Numerose donne in tutta Europa (e non solo) furono costrette, sotto tortura, a confessare crimini mai commessi per poi essere portate al rogo e cancellate per sempre.
A partire dall’Ottocento però, si assiste a un cambio di rotta per quanto riguarda la percezione delle streghe. Viene infatti rivalutata la figura di quest’ultime, che tornano a essere delle semplici esperte di erboristeria e medicina e una fonte preziosa di conoscenza su rituali di guarigione, fertilità, comunicazione con l’aldilà e via dicendo.

Le streghe di Puglia

Poteva quindi, la Puglia, essere da meno al riguardo? Certo che no. La nostra regione offre, infatti, alcune delle leggende più belle che vedono come protagonisti i comuni di Massafra, in provincia di Taranto e Uggiano, paese nei pressi di Lecce.

Le Macàre o Striare in Salento (Masciáre per Bari e provincia) erano donne che amavano aggirarsi di notte in paese, tramare nell’ombra spesso aiutate dalla loro abilità più grande: quella di trasformarsi in animali notturni, come gatti, gufi, pipistrelli e via dicendo, di modo da agire perfettamente indisturbate.
Pare si dividessero addirittura in streghe cattive e buone, le prime dedite a compiere fatture e ogni sorta di danno, le seconde in grado di sciogliere malefici e aiutare la comunità con filtri e medicamenti.

Quest’ultime, tuttavia, non erano ugualmente viste di buon occhio.

Il mistero di Uggiano

Si narra che nelle campagne del paese, abbia dimora un noce secolare ormai invisibile, detto il noce del mulino a vento. Questo albero pare fosse un luogo di ritrovo per le streghe e i maghi di tutta la regione, che accorrevano durante i solstizi per prendere parte ai famosi sabba, i festini dedicati al diavolo, durante i quali era permessa qualsiasi tipo di sregolatezza.

Le streghe di Uggiano

Il posto, fu reso invisibile agli occhi dei “normali”, dopo che il marito di una delle partecipanti al rito provò ad entrarvi sbagliando la formula d’ingresso. Per il malcapitato poteva finire molto male, se la moglie non fosse intervenuta prontamente ad evitare il fattaccio.

Da allora, la comunità magica decise di tutelarsi facendo “scomparire” l’albero, ma non è affatto raro, ancora oggi, udire urla, risate e tintinnii di posate e bicchieri provenire in piena notte dalla campagna deserta. Segno che la festa non è mai cessata.

Massafra, terra di masciari

Letteralmente, terra di coloro che praticano la magia. Non è una cosa così difficile da credere, se si considera che la città presenta un gran numero di gravine (grandi crepacci) all’interno delle quali crescono, spontaneamente, circa 600 varietà di piante officinali, dal biancospino all’avena e via dicendo. La popolazione pare ne facesse un grande uso e, in particolare, colui che ha alimentato la leggenda che aleggia su Massafra: il Mago Greguro. Uomo di modeste origini, il mago abitava in una delle gravine più famose al giorno d’oggi, quella della Madonna della Scala, insieme alla figlia Margherita che lo aiutava
nella preparazione dei suoi medicinali. La ragazza, così bella da attirare le attenzioni di qualsiasi uomo,
sfortunatamente fu presa di mira dalle donne del posto che non sopportavano la cosa.

Margheritella, la masciara di Massafra

Margherita venne così processata per stregoneria, accusata di produrre incantesimi e condannata al rogo. Fu salvata solo all’ultimo momento da alcune prove che dimostravano che lei, figlia del buon Greguro, altro non era che una semplice aiutante di un bravo erborista.

Insomma, la Puglia è un luogo che difficilmente smetterà di incantarci, con le sue leggende senza tempo e il folklore variegato.

E se è vero che tante storie conosciamo, è altrettanto vero che ne esiste una buona parte che rimarrà per sempre un mistero.
E forse forse, è bello così…

Chi erano le streghe pugliesi

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